Le musiche dell'album sono mescolate in un'unica traccia unite dai suoni originari di Istanbul.
Di seguito le tracce.
NOTTE A CALCEDONIA
Musica: Tradizionale Turco
Testo: Michelangelo Severgnini
Questa è la canzone di apertura del film. La musica è tratta dalla canzone "Hayde" di Kazım Koyuncu, una musica tradizionale della sponda nord della Turchia, sul Mar Nero, magistralmente riproposta dal compianto artista turco.
Nel film è riproposto con un testo in italiano che racconta lo spaesamento di un italiano sulle rive del Bosforo, a cavallo tra epoche, civiltà e continenti, dove Calcedonia è l'antico nome dell'attuale quartiere di Kadıköy a Istanbul.
SEVDİĞİM HOŞÇAKAL
Musica: Tradizionale italiana
Testi: S.E.
La musica è ottenuta dopo un profondo riarrangiamento della melodia di "O bella ciao", richiamata anche dal titolo in turco. Il testo in turco, invece, approfondisce il personaggio femminile del film, una ragazza turca con il velo appena arrivata a Istanbul, persa nella grande metropoli, tra la spersonalizzazione della società e il desiderio perduto di purezza.
CATULLUS'UN HİKAYESİ
Musica: Michelangelo Severgnini
Testi: Gaio Valerio Catullo
Il testo di questa canzone è un carme di Catullo, uno dei più celebri poeti latini, che racconta del suo viaggio nell'allora "Asia Minore", cioè l'attuale Turchia. Descrive le "luminose città dell’Asia”, la febbre di voler scoprire l'ignoto alla fine del viaggio, sospeso tra il desiderio di perdersi e quello di ritrovarsi un giorno con gli amici di sempre per raccontare loro le cose incredibili viste.
SULUKULE UÇURTMALARI
Musica: Michelangelo Severgnini
Questa suite strumentale ottomana descrive lo stupore dei bambini del quartiere Sulukule di Istanbul, storico quartiere rom della città, situato all'interno delle mura giustinianee, testimonianza quindi dell'arrivo dei rom a Istanbul ben prima dei turchi.
Sono questi bambini che coltivano l'arte del volo degli aquiloni, un modo per lanciare i loro sogni in uno spazio aperto e sconfinato come il cielo, tenendo il filo dai vicoli in rovina del quartiere, in quei mesi soggetto a demolizione secondo un piano di riqualificazione urbana della città, insensibile a una cultura secolare che rischiava di scomparire con la scomparsa del quartiere storico.
WHEN THE MULES WILL GIVE BIRTH
Musica: Michelangelo Severgnini
Testi: Michelangelo Severgnini
Questa canzone è candidata dal titolo ad essere la traccia principale dell'album. Racconta però lo stato d'animo di un africano a Istanbul combattuto tra i dubbi di un remoto ricollocamento in un paese europeo e la tentazione di passare il confine con la Grecia sul fiume Evros. Il confine è a poco più di 200 km da Istanbul, una distanza relativamente breve.
Eppure la tentazione si perde in un'attesa infinita che delinea la sensazione che permea l'intero album: un'attesa gravida di sviluppi inaspettati.
MUHALLEL BAHAR
Musica: Michelangelo Severgnini, Bajar.
Testi: Vedat Yildirim, K.
Questo brano è il risultato della mia collaborazione con Vedat Yıldırım, importante artista e cantante della scena culturale turca, e il suo gruppo Bajar. La musica è stata scritta in due fasi; la prima riguardava il ritmo e l'armonia, a cui mi sono dedicato, e la parte melodica che Vedat ha creato su misura per sé. Le parole sono venute da un'idea di un amico curdo a cui Vedat ha aggiunto la parte centrale in curdo.
Come in altri brani, è la condizione di chi si sente oppresso che ispira le note di questo album. Anche così, i personaggi del film, così come queste canzoni, custodiscono un grande sogno, che si esprime in tutta la sua selvaggia potenza in questo brano.
ODE LEVANTINA
Musica: Michelangelo Severgnini
Parole: Michelangelo Severgnini
Ho scritto questa canzone durante i mesi trascorsi in un appartamento le cui finestre si affacciavano sulla torre di Galata, nell'omonimo quartiere di Istanbul. La magia del luogo e la suggestione dei palazzi genovesi e veneziani del quartiere, a cui la torre stessa appartiene, mi faceva sentire a casa, mi faceva sentire in un modo diverso un italiano, cioè un italiano levantino, un viaggiatore approdato sulle rive dell'Oriente e lì perfettamente integrato.
Anche questo è un grande sogno di liberazione, quello di sentirsi l'esatto contrario dell'identità atlantica forzatamente imposta in Italia attraverso una cultura servile.
AUTUNNO
Musica: Michelangelo Severgnini
Parole: Salvatore Quasimodo
Questa canzone non è stata scritta in quei mesi a Istanbul, ma diversi anni prima in Italia, riprendendo una poesia del famoso poeta italiano. Ma decisi di registrarla perché si sposava bene con la malinconia autunnale che colpisce Istanbul, quando i venti del Mar Nero cominciano a soffiare da est e anche il colore dell'acqua diventa più scuro e la terra diventa umida e le acque silenziose.
In quei mesi ho considerato questo brano rinato a Istanbul ed è stato a tutti gli effetti parte della colonna sonora di questo film.
ISTANBUL
Musica: Michelangelo Severgnini
Questa melodia è Istanbul per me. Mi è apparsa in testa fin dall'inizio e così l'ho chiamata quando l'ho registrata. Mi ha accompagnato quando ho attraversato il Bosforo in traghetto, quando il vento ha colpito le mie spalle, quando sono salito su un pendio della città, quando ho sentito il profumo delle zuppe di lenticchie.
Questa melodia è il fiore sbocciato nel giardino del mio amore per questa città.
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